Fibre bianche o fibre rosse? Conosciamole!

Probabilmente tutti ormai sapranno che il corpo è formato da due tipi di fibre muscolari:

Quelle di tipo I (o rosse) deputate per l’endurance o di tipo aerobico

Quelle di tipo II (o bianche) per la forza  dette anche anaerobiche.

Le fibre di tipo I sono quelle che il sistema usa per tutte quelle attività a basso impatto energetico. Jogging e camminata veloce per esempio e hanno un certo grado di potenziale di crescita.

Le fibre di tipo II sono quelle che il sistema usa nel caso di alti dispendi energetici come sollevare pesi. Esempi tipici sono il body-building , pesistica e weight lifting e sono le fibre che hanno il maggior potenziale di crescita e forza!

Distribuzione delle fibre muscolari

E’ bene sapere che mediamente le persone hanno una distribuzione più o meno uguale sia di fibre bianche che di fibre rosse. Ma non dobbiamo dimenticarci che come homo sapiens ci siamo evoluti imbattendoci in sole tre soluzioni per sopravvivere: adattarci, fuggire, morire. Adesso sappiamo che le fibre bianche di tipo II hanno dei sottotipi di fibre più specializzate che sono :  IIa – IIb – IIc . Il chiaro frutto di un adattamento evolutivo  in cui si riusciva ad elargire una forza estrema per pochi secondi (scatto nella corsa) e resistere per quasi un minuto.

Le fibre di tipo IIa  sono attivate se sottoposti a sforzi nel range 38-52’’(70/80% del massimale)

Le IIb sono attivate per sforzi nel range 21-35’’ (80/90% del massimale)

Infine le IIc sono attivate per sforzi nel range 3,5-17,5’’ (90/100% del massimale)

Potenziale di crescita delle fibre

E’ vero che le fibre di tipo I possono crescere, ma sono i sottotipi IIa e IIb che hanno il potenziale di crescita  maggiore, e le IIc il potenziale di forza maggiore.

Sebbene il tessuto muscolare contenga tutti i tipi e sottotipi di fibre, non è detto che sia distribuito in percentuali uguali per tutti! Ecco perché due individui non dovrebbero allenarsi con la stessa scheda. Ognuno di noi infatti possiede una distribuzione ed una percentuale di fibre unica. Quante volte abbiamo visto in palestra persone con un distretto superiore molto sviluppato (fibre IIa e IIb) e un  distretto inferiore con poca muscolatura (fibre di tipo I ), ma non è detto che costoro debbano allenarsi come pesisti per il distretto superiore e diventare  maratoneti  per il distretto inferiore.  E quante volte si vedono atleti con delle cosce massicce ma con polpacci piccoli e piatti? Non è però  detto che debbano averli cosi per sempre.

Cellule satellite.

Come già detto, ‘’inizialmente’’ nasciamo con un determinato tipo e sottotipo e proporzione di fibre muscolari.  Ma è grazie alle cellule satellite (o cellule staminali) che possiamo modificare il trofismo delle nostre fibre. Sì proprio così! Le cellule staminali dormienti, se stimolate da specifiche strategie di allenamento e da un conseguente rilascio ormonale, andranno ad attivarsi, inglobandosi nelle fibre muscolari esistenti. Risultato? Maggior numero di fibre (iperplasia), maggior volume delle stesse (ipertrofia) con una maggiore specializzazione! Cioè se il soggetto dalle gambe piccole si allena con strategie capaci di  attivare particolari meccanismi metabolici, le  fibre di tipo II (ipertrofiche) aumenteranno a dispetto di quelle I (aerobiche).

Conclusioni.

Lavorando con schede di allenamento non strutturate in modo specifico, potrai allenarti per decenni e non vedere mai nessun cambiamento! Fatti seguire da un professionista competente, i risultati non tarderanno a comparire!